LIBERTA' DI ESPRESSIONE

Biden annuncia il “Ministero della Verità”, comitato contro la disinformazione

Biden

di Antonio Amorosiwww.affaritaliani.it – Negli Stati Uniti nasce il “Disinformation Governance Board”, il ministero della verità del governo. I Repubblicani USA l’hanno paragonato al Ministero della Verità del romanzo distopico di George Orwell “1984”. L’amministrazione di Joe Biden ha annunciato l’istituzione del “Disinformation Governance Board”, un “Comitato di governo della disinformazione”. Il “Disinformation Governance Board” dovrebbe contrastare la diffusione di informazioni false e farlo con montagne di risorse pubbliche USA.

L’organismo sarà sotto il controllo del Dipartimento della sicurezza interna degli Stati Uniti d’America, quell’ente istituito da George W. Bush dopo gli attentati dell’11 settembre 2001 per proteggere la sicurezza degli Stati Uniti d’America e da attacchi terroristici. Il Dipartimento della sicurezza interna degli Stati Uniti d’America che lo controlla è un organismo armato.

In sostanza il nuovo organismo, il “Disinformation Governance Board”, sta sotto il controllo di un ente simile al ministero dell’Interno italiano e ci dirà cosa sia vero e cosa non lo è. Il responsabile stampa della Casa Bianca, Jen Psaki, ha dichiarato, durante un briefing giovedì scorso, che il Consiglio affronterà la disinformazione su una serie di questioni e il segretario per la sicurezza interna Alejandro Mayorkas ha affermato che una delle attività dell’ente è contrastare la disinformazione in particolare presso la comunità ispanica.

Come se la minaccia si insidiasse in alcune comunità particolari, quasi avessero una speciale menomazione. Mayorkas ha anche spiegato che l’organismo non ha il potere di reprimere la disinformazione, cercherà quindi di combatterla investendo denaro in ciò che vede come problemi e intervenendo con strategie più complesse.

In particolare “Disinformation Governance Board” si occuperà di fake relative alla guerra in Ucraina, di problemi relativi all’immigrazione ma anche di vaccini anti Covid.

Come mai anche di vaccini? Il presidente Biden aveva spiegato in precedenza agli organi di stampa: “La disinformazione è una questione dirimente”… “l’oltraggiosa disinformazione sul vaccino sta uccidendo le persone”.

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Chi è a capo del “Disinformation Governance Board” è accusata di notizie fuorvianti

A capo della nuova istituzione è stata scelta Nina Jankowicz. Dal suo curriculum risulta essere stata consulente del ministero degli Esteri ucraino (in una borsa di studio per le politiche pubbliche del J. William Fulbright-Hillary Rodham Clinton), in programmi di assistenza alla democrazia in Russia e Bielorussia presso l’Istituto Nazionale Democratico ed aver lavorato presso il Think Tank Wilson Center, dove risultava Former Global Fellow.

Nel 2016 ha anche espresso sostegno alla campagna presidenziale di Hilary Clinton scrivendo su Twitter l’affermazione, a dir poco singolare, che Donald Trump avrebbe incoraggiato l’ISIS. Quindi non proprio una figura super partes. I Repubblicani hanno più volte accusato la Jankowicz di aver fatto affermazioni che in seguito sono state ritenute false o fuorvianti.

Nell’ottobre 2020, in un’intervista al New York Daily News, Jankowicz ha definito le notizie trapelate dal laptop di Hunter Biden, figlio del futuro presidente e vice di Obama, un “prodotto della campagna di Trump”. In piena campagna elettorale per le elezioni di Joe Biden si scoprì che Hunter aveva organizzato nel 2015 un incontro con il padre, all’epoca vice presidente degli Stati Uniti, e un alto dirigente del Burisma Holdings (società energetica ucraina in cui Hunter era stato nominato ai vertici).

L’esistenza di quei documenti aveva sconfessato Joe Biden che si era detto non essere mai stato coinvolto negli affari del figlio. La notizia sulla veridicità delle notizie sul laptop di Hunter Biden è stata poi confermata dal New York Times.

All’inizio della pandemia Jankowicz aveva anche affermato, rilanciando le convinzioni di alcuni massimi esperti USA, che l’industria della tecnologia pubblicitaria smettesse di pubblicare annunci per le mascherine (anti Covid).

Il “Disinformation Governance Board” paragonato al Ministero della Verità di Orwell e dei sistemi totalitari

Ma è l’esistenza stessa del “Disinformation Governance Board” ad aver sollevato critiche degli opinionisti e soprattutto dei Repubblicani. Il senatore Rob Portman dell’Ohio, membro di spicco del Comitato per la sicurezza interna e gli affari governativi, ne ha criticato con queste parole la creazione: “Combattere la minaccia in continua evoluzione della propaganda straniera e della disinformazione all’estero è una cosa diversa da questa. Non credo che il governo degli Stati Uniti dovrebbe utilizzare sul popolo americano gli strumenti che abbiamo utilizzato per contrastare la propaganda straniera”. E ancora: “Il nostro focus dovrebbe essere su attori cattivi, come Russia e Cina, non sui nostri stessi cittadini”.

Il senatore repubblicano Tom Cotton dell’Arkansas ha direttamente citato Orwell: “Il governo federale non ha nulla a che fare con la creazione di un Ministero della Verità”… “il ‘Comitato per la disinformazione’ del Dipartimento per la sicurezza interna è incostituzionale e antiamericano e presenterò un disegno di legge per definanziarlo”.

Ministero della Verità

Errol Webber, candidato repubblicano al Congresso in California, è stato ancora più pesante con un twitt: “Adolf Hitler aveva un ministero della verità. Joseph Goebbels aveva un ministero della verità. Joseph Stalin aveva un ministero della verità. Joseph Biden ha un ministero della verità”. Il repubblicano Andrew Clyde della Georgia è dello stesso avviso: “Il distopico consiglio di amministrazione della disinformazione di Biden è seriamente pericoloso e del tutto incostituzionale. Chiedo al Congresso di indagare sul Ministero della Verità del DHS, ORA”.

A loro si aggiunge il senatore Rand Paul (è un medico, lo stesso che aveva duramente criticato Fauci per le sue scelte contraddittorie) che ha affermato che gli USA hanno spinto l’Ucraina al massacro contro la Russia in una strategia per aizzare questi ultimi, superando la linea rossa delle superpotenze.